La traduzione può essere considerata, in base a vari fattori che la caratterizzano, come arte, scienza o semplicemente un tramite. Quando la utilizziamo come tramite, l’impegno messo è relativo e il risultato viene ad essere poco più che decente. Questo accade quando la traduzione che ne deriva viene affidata a traduttori automatici o a traduttori improvvisati che, pur conoscendo (forse) due lingue, non hanno nessuna idea di quali conoscenze, studi e ricerche ci sono dietro ogni traduzione di qualità.
Anzi, a volte non si tratta solo di traduzioni di alta qualtà, ma ci troviamo di fronte a veri e propri capolavori di traduzione o come viene definita in inglese transcreation, ovvero l’arte di trasformare un testo tramite la traduzione creandone uno completamente nuovo, ma che resti sempre fedele al senso originale.
Quindi, possiamo ritenerci fortunati di fronte a quei casi in cui la necessità di creare dei collegamenti tra le culture riesce a soppiantare le tristi carenze traduttologiche dando vita a questo modo di tradurre chiamato transcreation.
La transcreation come adattamento di testi di vario genere
La transcreation è un termine coniato dalla fusione delle parole “translation” (quindi traduzione) e “creation” (nonché creazione). Si tratta di un termine relativamente nuovo nato dall’internazionalizzazione ed utilizzato in molti aspetti che vanno dal marketing alla cinematografia, dalla pubblicità alla stesura di libri. Il significato profondo della parola transcreation sta nel voler trasmettere al lettore non solo i contenuti, ma anche le idee, i giochi di parole, colori con una connotazione specifica, personaggi radicati in una particolare cultura, ecc. Nella transcreation, ogni elemento appartiene ad un intorno al quale bisogna restare fedeli; e non si tratta di essere fedeli al testo, ma di rispettare l’intenzione e il senso che l’autore d’origine vuole trasmettere.
Molti sono i casi di transcreation che ci circondano, basti pensare a tutte le serie americane trasmesse in Tv in cui, al di là dei semplici adattamenti dei titoli (c’è da dire che a volte sono un po’ troppo azzardati, anche se ultimamente si cerca di lasciarli direttamente nella lingua originale), ci troviamo a volte anche di fronte ad adattamenti di alcuni nomi dei personaggi o di alcune parti specifiche dei copioni, di molti giochi di parole. Lo stesso accade nei film, nelle pubblicità e anche nei libri dove a volte la transcreation è realizzata così bene da non dare l’impressione che si tratti di una traduzione ma bensì, che sembri un libro scritto direttamente in quella lingua. Non pochi sono gli scrittori che grazie ai loro traduttori (che in questi casi restano sempre gli stessi) riscuotono più fama con i libri nelle versioni tradotte che non nella loro lingua originale o nel loro Paese d’origine.
Transcreation: non solo traduzione
Ed è proprio questa l’arte del traduttore, quella di riuscire a ricreare un’opera in un’altra lingua, senza alterare il senso di partenza ma senza dover restare per forza ancorati alla traduzione letterale dello stesso. Sentirsi liberi di diventare autori di una nuova opera senza abbandonare mai il punto fisso che resta sempre l’opera originale. Dare vita ad un’opera in un’altra lingua rimanendo fedeli al significato iniziale e cercando di creare degli adattamenti culturali, laddove ce ne sia bisogno, nella lingua d’arrivo così come l’autore li ha pensati e creati nella lingua di partenza.
Per cui, per essere traduttore e iniziare a mettersi all’opera, non basta conoscere due o più lingue. La qualità di una traduzione dipende sempre dalla bravura e professionalità del traduttore e da come riesca a localizzare le traduzioni nel paese di destinazione, restando sempre fedeli all’originale ma tenendo in considerazione la cultura, il contesto e il pubblico d’arrivo.
La transcreation non è altro che la riscrittura di un’opera che ha già un autore, alla quale viene donato un tocco di autentica personalità e spessore culturale. E, per restare in tema, “cade a pennello” una frase della francese Élie-Chaterine Fréron che afferma che:
“I traduttori sono come i pittori di ritratti: essi possono abbellire la copia, ma essa deve sempre assomigliare all’originale”.
– Élie-Chaterine Fréron –